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Performance sostenibile con P = p - i: la sinergia tra Gioco Interiore e Strategia Umanistica

  • vocalew
  • 25 nov 2024
  • Tempo di lettura: 2 min
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La celebre equazione  P = p - i   attribuita a John Whitmore e ispirata dai concetti del "gioco interiore" di Timothy Gallwey, offre una lente potente attraverso cui esplorare la strategia umanistica. Questa relazione suggerisce che l’approccio umanistico non è solo un complemento alla strategia classica, ma un fondamento per sbloccare il pieno potenziale di individui e organizzazioni.

 

L’equazione indica che la Performance (P) di una persona o di un sistema è data dal potenziale (p) meno le interferenze (i). Nel contesto umano, il potenziale rappresenta le capacità, le risorse e i talenti intrinseci, mentre le interferenze includono pensieri auto-sabotanti, pressioni esterne, o dinamiche disfunzionali. La strategia umanistica prende questa formula e la amplia, riconoscendo che è necessario agire su entrambi i fronti: potenziare le risorse latenti e ridurre le interferenze.


La strategia umanistica si basa sull’idea che il successo aziendale non si misura esclusivamente in termini di profitti, ma anche e soprattutto  attraverso la crescita delle persone e il loro allineamento emotivo e valoriale. Essa unisce la razionalità classica delle analisi strategiche (lato sinistro del cervello) con un approccio empatico, che tiene conto della parte emozionale (lato destro del cervello).


Applicando l’equazione alla strategia umanistica, possiamo distinguere due azioni principali:

1. Sviluppo del potenziale:

   - Favorire un ambiente che stimoli la creatività, la collaborazione e la fiducia.

  - Identificare il “perché” delle persone, allineando le loro aspirazioni personali con gli obiettivi aziendali. Questo processo è affine al concetto giapponese di Ikigai, che unisce passione, missione e professione.

2. Rimozione delle interferenze:

   - Ridurre conflitti interni e dinamiche tossiche attraverso una leadership etica e trasparente.

   - Affrontare le paure e le insicurezze, promuovendo l’intelligenza emotiva.

   - Semplificare i processi aziendali e rimuovere ostacoli operativi.


L’equazione diventa particolarmente rilevante nel contesto moderno, dove molte aziende operano in ambienti volatili, incerti, complessi e ambigui (VUCA). La strategia umanistica si propone come antidoto: non solo aiuta a migliorare la performance, ma garantisce anche sostenibilità nel lungo termine. Le persone, infatti, non sono macchine e il loro potenziale si esprime pienamente solo in un contesto che rispetti la loro umanità.


Whitmore stesso, nel suo approccio al coaching, sottolinea come il ruolo del leader o del coach non sia quello di fornire risposte, ma di creare le condizioni in cui gli altri possano esprimere il loro potenziale. Questa filosofia è profondamente radicata nella strategia umanistica, che vede ogni individuo come un co-creatore di valore.


L’equazione P = p - i non è solo una sintesi del gioco interiore, ma un potente strumento per tradurre i principi della strategia umanistica in azioni concrete. Riconoscendo che ogni individuo ha un potenziale unico e che le interferenze possono essere affrontate, le organizzazioni possono costruire un futuro in cui la performance è non solo elevata, ma anche autentica e sostenibile. Così facendo, la strategia umanistica dimostra di essere non un lusso, ma una necessità per prosperare nel mondo di oggi.



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